Rumori, minacce, animali domestici: quando il vicino diventa uno stalker

Rumori molesti e ricorrenti, minacce, animali lasciati liberi negli spazi comuni, fino a veri atti di teppismo: sono alcune delle condotte a danno del vicino che passano la soglia delle liti civili e sfociano nel reato di minaccia (previsto dall’articolo 612 del Codice penale) o in quello di stalking, che sanziona (in base all’articolo 612-bis) chi compie atti tali da causare un perdurante e grave stato di ansia o di paura o un fondato timore per l’incolumità propria o di un congiunto o di una persona legata da relazione affettiva o tali da costringere il vicino ad alterare le proprie abitudini di vita.

La giurisprudenza ha definito il perimetro del reato, includendo le minacce o molestie ripetute – ne bastano due (Tribunale di Taranto, 202/2020) – astrattamente idonee a sconvolgere la vittima inducendola ad alterare abitudini di vita.

I casi

Così, è reato tediare il vicino collegando al telefono una campana elettrica, attivando ogni mattina l’allarme e lasciando il camion in moto per ore sotto le sue finestre (Cassazione, 20473/2018).

Per i giudici, sono riconducibili allo stalking – reato di natura abituale (Corte d’appello di Napoli, 1866/2020) che si consuma con l’ultimo atto della serie – pedinamenti, avvertimenti, scarico di rifiuti, intralci al passaggio auto (Cassazione, 17000/2020).

Frequente l’uso degli animali per minare la serenità condominiale e irritare il vicino. Se non saper tenere a bada il cane si configura come incuria colposa nella sua gestione (Cassazione, 25097/2019), farlo scorrazzare per il palazzo e lasciare i suoi escrementi negli spazi comuni diventa reato se è un modo di fare volutamente vessatorio e consueto.

Stalking indiretto per chi, per snervare una coppia e costringerla a traslocare, sguinzaglia il cane e terrorizza le figlie piccole (Cassazione, 31981/2019).

Si tratta di persecuzioni che, nella causa penale, possono essere dimostrate anche con dei video, purché girati dall’esterno dell’abitazione e diretti a parti dello stabile accessibili dall’esterno. Così possono “entrare” nel fascicolo del processo come documenti (Cassazione a Sezioni Unite, 26795/2006). Chi gira i video altrimenti rischia di commettere illecite interferenze nella vita privata (Cassazione 17346/2020).

Ci sono poi le situazione estreme. Condannato per stalking, ad esempio, chi bersaglia il vicino con atti di teppismo: lanci di varechina e imbrattamento dell’uscio (Cassazione 44323/2019), getto di cemento, olii esausti, acqua, sassi ed esplosioni di colpi ad aria compressa (Cassazione 10994/2020). Commette reato anche chi passeggia continuamente davanti casa altrui brandendo bastoni, danneggiando, apponendo e rimuovendo catene (Tribunale di Campobasso 530/2019). I giudici hanno inoltre condannato chi invia lettere anonime con minacce e chiari riferimenti a fatti condominiali (Cassazione 57760/2017). Condannato per stalking (con custodia cautelare in carcere) anche chi pratica un buco sul soffitto, munendosi di tubo su misura e pistola per far deflagrare la famiglia del piano superiore (Cassazione 12515/2020). E, in un condominio teatro di faide familiari, è scattata la condanna piena per il molestatore seriale, a sua volta tempestato da prevaricazioni (Cassazione 2726/2020).

Da Il Sole 24 ore

Post Recenti

  • 0923 711979 - 347 0709326
  • info@avvocatogiuseppegandolfo.it
  • Via G. Garibaldi, 15 - Marsala

Seguimi su