Detenzione di spade, pistole e altre armi: regole sulla denuncia alla Questura e sul cambio di residenza.
Un nostro lettore ci chiede se possedere un’arma in casa senza porto d’armi è reato e se la legge prescriva particolari modalità per la custodia dell’arma stessa. Cosa succede, inoltre, nel momento in cui si cambia residenza? È necessario comunicarlo alla polizia? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Preliminarmente, è necessario fare un’importante distinzione: una cosa è la detenzione dell’arma, un’altra il porto d’armi. La prima consiste nel semplice possesso dell’arma, la seconda invece si sostanzia nel trasporto fuori casa. Come vedremo a breve, queste due diverse situazioni sono soggette ad adempimenti differenti: più semplice nel primo caso, più complesso nel secondo.
Prima però di stabilire se possedere un’arma in casa senza porto d’armi è reato è necessario spiegare cosa sia il porto d’armi. Il porto d’armi è un’autorizzazione che viene rilasciata – a seconda dei casi – dal questore o dal prefetto e che autorizza il cittadino a “portare con sé” (da cui appunto il nome) un’arma.
Le finalità del porto d’armi possono essere svariate: difesa personale, uso venatorio, tiro a volo.
La concessione di tale licenza è soggetta ad un’ampia discrezionalità dell’autorità amministrativa che può negarla se, a proprio parere, il richiedente presenta profili di pericolosità sociale.
Invece, per custodire armi in casa, anche se per collezionismo, bisogna fare solo una semplice comunicazione alla Questura, non un’istanza. In questo caso, dunque, non è necessario attendere la successiva autorizzazione: basta la dichiarazione all’autorità.
Da quanto appena detto è facile comprendere la distinzione sostanziale tra la detenzione (o il possesso) dell’arma, che non richiede l’ottenimento del porto d’armi, ma la sola comunicazione alla Questura, e il trasporto dell’arma fuori casa, per il quale invece ci vuole il porto d’armi.
In entrambi i casi, però, il mancato adempimento dell’obbligo prescritto dalla legge integra un reato. In altri termini, così come chi porta con sé un’arma fuori di casa (sia essa una pistola, un coltello, un tirapugni, ecc.) commette reato, lo commette anche chi possiede un’arma in casa senza aver fatto la comunicazione alla Questura. Si tratta infatti del reato di detenzione abusiva d’armi. La pena prevista dall’articolo 697 del Codice penale per tale condotta consiste nell’arresto da tre a dodici mesi o l’ammenda fino a 371 euro.
Lo stesso dicasi per chi eredita le armi senza averle comprate in prima persona (si pensi al nipote che erediti la vecchia casa del nonno, nel cui attico sono custodite spade e pistole). Anche l’erede deve quindi fare la comunicazione alla Questura. La legge prescrive l’obbligo di immediata denuncia della detenzione di armi, munizioni o materie esplodenti di qualsiasi genere e in qualsiasi quantità all’ufficio locale di pubblica sicurezza o, se questo manchi, al comando dei carabinieri.
Coloro che sono in possesso di armi o parti di queste, devono provvedere a denunciarle all’Autorità di Pubblica Sicurezza presente sul territorio entro 72 ore dall’acquisto o dalla ricezione. In via principale, gli uffici ai quale occorre fare riferimento sono la Questura o il Commissariato. Se questi non sono presenti, l’atto va presentato alla stazione dei Carabinieri competente per territorio.
La denuncia dell’arma posseduta in casa non è complicata: di solito, il cittadino viene assistito dall’autorità nella compilazione del modulo. All’esito della presentazione della denuncia, su di esso viene apposto un visto ed una copia conforme all’originale viene consegnata all’istante. Sarà sua cura, poi, custodire il documento con l’autorizzazione in modo da poterlo esibire alle forze dell’ordine in qualsiasi momento dovessero fargliene richiesta.
Ma una volta denunciata l’arma come va custodita? Diversamente da quanto si possa immaginare, la legge non dà indicazioni specifiche su come debba avvenire la custodia di un’arma dentro casa. Tutto ciò che si richiede è di assicurare che la conservazione della stessa avvenga con ogni diligenza possibile nell’interesse della sicurezza pubblica. Si tratta di un comportamento molto simile al canone generale della «diligenza del buon padre di famiglia» nell’ordine in cui adotterebbe ogni cautela necessaria per impedire che un fucile oppure una pistola possano finire nelle mani di una persona incapace di gestirli in sicurezza.
È possibile custodire l’arma anche in un luogo diverso dalla residenza (ad esempio, la casa vacanza) purché di ciò si dia atto nella relativa denuncia alla Questura.
La comunicazione alla Questura relativa al possesso dell’arma in casa va ripetuta ad ogni cambio di residenza. Infatti, ogni volta che il possessore di armi trasferisce l’arma in un luogo diverso da quello indicato nella denuncia, deve ripresentare la relativa denuncia.
L’omessa denuncia costituisce reato per il quale, secondo il disposto dell’articolo 157 del Codice penale, è previsto un termine di prescrizione di 4 anni.