Il decreto Sostegni, prossimo al varo, prevederà la sospensione dei vecchi pagamenti inferiori a cinquemila euro.
La conferma arriva dal sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon: il decreto Sostegni, provvedimento fotocopia a quello che il Governo Conte avrebbe chiamato decreto Ristori, conterrà un maxi-condono delle vecchie cartelle esattoriali entro i cinquemila euro.
L’indiscrezione circola con insistenza da settimane (per approfondire leggi qui: Bollo auto e multe: chi non dovrà pagare). Il testo del nuovo provvedimento, come un colpo di spugna, cancellerà i piccoli debiti degli italiani contratti con lo Stato in quindici anni, tra il 2000 e il 2015.
Durigon, in realtà, puntava a un intervento ancora più ampio, che ricomprendesse, tra le cartelle da azzerare, anche quelle più corpose, fino all’importo-tetto di diecimila euro. Non ha ancora abbandonato le speranze: per il sottosegretario all’Economia, finché la discussione sul testo del decreto non è chiusa – e al momento non lo è – ci sono ancora dei margini per trovare un accordo con le altre forze di maggioranza e ampliare il novero dei debiti da estinguere.
C’è da dire, però, che la coperta è corta, considerando che il decreto Sostegni costa già allo Stato 32 miliardi di risorse praticamente allocate: 4,8 miliardi andranno alla sanità (risorse aumentate rispetto ai 2 miliardi inizialmente previsti), 12 ai contributi a fondo perduto (tra cui i 600 milioni di euro per il comparto neve e, in generale, per tutti coloro che hanno visto il proprio fatturato diminuire del 33% causa pandemia) e il resto al pacchetto lavoro.
Proprio per recuperare risorse, servirà il via libera a un nuovo scostamento di bilancio ad aprile, in sede di stesura del Documento di economia e finanze (Def) e si pensa a misure come lo stop al Cashback, voluto dal Governo Conte bis per incentivare i pagamenti in moneta elettronica.
L’idea sarebbe quella di bloccarlo subito dopo il primo semestre, così da recuperare qualcosa come tre miliardi di euro da impiegare in interventi di sostegno all’economia. Ma bisognerà trovare un accordo, perché alcuni partiti della maggioranza, come il Movimento Cinque Stelle, non sembrano disposti a rinunciarci tanto facilmente. Poco tempo fa, sull’argomento era tornata la viceministra Laura Castelli, rassicurando i tanti italiani che, con fatica, si sono iscritti al programma, e troncando sul nascere ogni ipotesi di stop (per approfondire leggi qui: Cashback: le rassicurazioni del Governo).
Intanto, il condono delle vecchie cartelle esattoriali è già una maxi-misura, perché permetterà di svuotare il magazzino dell’Agenzia delle Entrate. Si calcola che il 56% dell’archivio dell’ente, occupato da giacenze, verrà liberato; alleggerirlo, spiega Durigon era proprio «l’obiettivo principale del provvedimento, che dovrebbe consentire la cancellazione di circa 61 milioni di cartelle che valgono un miliardo, consentendo così all’Agenzia di concentrare l’attività sulle pratiche effettivamente esigibili».
Sono 137 milioni le vecchie cartelle non pagate, che giacciono nell’archivio dell’agenzia. Di queste, molte sono inferiori ai tremila euro. Da qui, il forte impatto del condono del decreto Sostegni nello «smaltimento» degli arretrati. Stralciati, più che smaltiti. Con buona pace di chi, finora, ha sempre pagato multe, bolli auto e quant’altro.