L’Ocse chiede all’Italia di reintrodurre l’Imu anche sull’abitazione principale, riservando le esenzioni ai meno abbienti. Per ora, nessuno ha detto di no.
All’Italia in crisi economica per la pandemia da Covid serve il ripristino della tassa sulla prima casa con la riduzione delle esenzioni, che dovrebbero essere riservate alle famiglie meno abbienti. È la richiesta fatta al Governo italiano dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico di cui il nostro Paese fa parte.
Nel rapporto Going for Growth 2021 («Verso la crescita»), l’Ocse raccomanda all’Italia di tornare a tassare la prima casa aggiornando i valori catastali. Solo le famiglie a basso reddito resterebbero nell’attuale situazione di esenzione. Si raccomanda di ridurre non solo le esenzioni ma anche le complessità del sistema fiscale che riguarda gli immobili, attraverso la razionalizzazione delle detrazioni fiscali in base all’efficacia e la semplificazione delle fasce Iva. E già che ci siamo, aggiunge il segretario generale Angel Gurria, «abbiamo bisogno di un tassa grande e grossa sulle emissioni di Co2».
L’organizzazione internazionale chiede anche di «migliorare il coordinamento tra le agenzie fiscali e le altre agenzie di regolamentazione per facilitare un approccio olistico alle indagini basato sul rischio» e di «consolidare tutti gli incentivi all’assunzione in un taglio permanente dei contributi previdenziali per i primi tre anni a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato».
A proposito di misure per tutelare e rilanciare l’occupazione, l’Ocse raccomanda all’Italia di «rimuovere gli ostacoli legali al telelavoro, di aumentare la consapevolezza e le competenze dei manager per supportare la diffusione tecnologica, l’innovazione e il miglior utilizzo della forza lavoro, di introdurre riforme delle banche cooperative e riforme del regime di insolvenza, compresa l’attuazione di nuovi codici di insolvenza posticipati».
L’Organizzazione benedice il reddito di cittadinanza: secondo il report, infatti, «la rete di sicurezza sociale è stata radicalmente migliorata» con questo sussidio, «che introduce maggiori benefici per le famiglie insieme a condizioni più rigorose. Il Governo – si legge ancora – ha varato importanti riforme per migliorare la compliance fiscale e nel 2020 ha ridotto il cuneo fiscale sul lavoro. È stato inoltre esteso il sostegno alla ricerca e allo sviluppo e agli investimenti digitali».
Valutazioni positive anche del settore del credito: «Le passate riforme del settore bancario e gli sforzi per sviluppare il mercato secondario dei crediti deteriorati – rileva l’Organizzazione – hanno migliorato lo stato del settore bancario, che ora è più preparato a estendere la liquidità rispetto alla crisi finanziaria globale. Sono state approvate riforme amministrative e legislative al processo giudiziario per ridurre le inefficienze e migliorare la resilienza del sistema a un aumento dei fallimenti».
Colpisce il fatto che, tra chi ha commentato il rapporto dell’Ocse, nessuno abbia fatto riferimento alla richiesta di tassare la prima casa. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, si è affrettato a sottolineare come l’Ocse abbia scritto «a chiare lettere che l’efficienza della Pa è priorità essenziale per la ripresa». Mentre il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, mette in cima alla lista anche «la riforma del Fisco e del sistema sanitario e la lotta alle disuguaglianze e alla povertà». Della raccomandazione di introdurre un’altra patrimoniale sugli immobili tutti tacciono. Delle due una: o nessuno ha preso la richiesta dell’Ocse sul serio oppure – ed è quello che potrebbe preoccupare di più – chi tace acconsente.